Missione Osteria Senza Oste

Pomeriggio di Pasqua 2009: una domenica assolata e senza traffico. Si pone la questione di come trascorrere in modo produttivo un pomeriggio così promettente. Il calendario della Primavera del Prosecco ci informa che a San Pietro di Barbozza, ad un passo da Valdobbiadene, è in pieno corso la Mostra del Cartizze Doc: una quarantina di minuti in macchina, e ci siamo.

Le bottiglie di Cartizze alla Mostra di San Pietro di Barbozza

Ad essere del tutto sinceri, per essere la più rappresentativa della Cru del Cartizze la Mostra è piuttosto deludente: soprattutto per quanto riguarda l’organizzazione. Ragazzini poco più che quindicenni dietro al banco, senza la minima idea di cosa proporre o consigliare ai numerosi avventori che, dal canto loro, o avevano già assaggiato tutti i (numerosi) vini in esposizione, ed erano quindi del tutto indifferenti a quanto trangugiavano dai propri bicchieri, oppure si trovavano del tutto spaesati davanti alla variegata offerta di vini, sia Cartizze che Prosecco fermo: la qualità dell’offerta di sicuro avrebbe meritato un approfondimento più professionale.

In alto i calici...

Ci lasciamo guidare dalla nostra, seppur limitata, conoscenza di alcune etichette, ma dopo un bicchiere desistiamo. Partiti da Treviso, infatti, avevamo già tutta l’intenzione di visitare brevemente la Mostra del Cartizze di San Pietro di Barbozza per poi spostarci nella vicinissima Santo Stefano di Valdobbiadene, dove si trova l’Osteria Senz’Oste, che da anni era in cima alla lista delle nostre future missioni.



L'Osteria Senza Oste, a Santo Stefano di Valdobbiadene

Arrivarci non è difficile, chiedendo indicazioni alla gente del luogo: dopo un paio di inversioni di marcia, ed un giro turistico del tutto fortuito per le strade di Santo Stefano, eccoci parcheggiare tra i filari e proseguire a piedi in un sentiero di sassi che costeggia una collinetta isolata. Nessuna indicazione, niente che lasci immaginare cosa si cela in fondo a quello stretto e apparentemente isolato sentiero.
Arrivati in fondo, una deliziosa casetta, di quelle di una volta, fatta di sassi e ristrutturata in modo genuino, reca sopra la porta un cartello di legno con scritto: “Osteria Snz’Oste”. Siamo arrivati. Anche senza l’insegna, tuttavia, il vociare delle numerose persone davanti alla casetta, sedute a bere, mangiar cicchetti e chiacchierare sarebbe stato sufficiente per farci capire che eravamo giunti a destinazione. Entriamo: c’è una piccola stanza, in cui il tempo sembra essersi fermato.

Il cesto dei salumi e del formaggi...

Il frigorifero con il prosecco...

...e l'armadietto con i salumi dei Fratelli De Stefani

Niente tecnologia, un frigo che dire anni ’60 sarebbe abbassagli l’età, al cui interno è possibile scegliere le diverse etichette di prosecco fermo e frizzante, in diversi formati, dalla bottiglietta da 0,20 cl alle bottiglie più impegnative da 0,75. Sopra il frigo, un cesto in vimini contiene salumi e formaggi già porzionati e posti sottovuoto: i salumi sono prodotti dalla famiglia De Stefani, i proprietari del locale, i fantomatici “Osti che non ci sono”.

Il tavolo "imbandito" dell'Osteria
In un piccolo armadietto a muro, sono appesi una decina di salami “de casada”, mentre sul tavolino, oltre alle uova sode (non dimentichiamoci che è Pasqua…) pane, taglieri e coltelli, bicchieri (calici di vetro!). Ogni prodotto ha un’etichetta con il prezzo consigliato, l’Oste non c’è perciò ognuno è libero di pagare quanto indicato (infilando i soldi nell’apposita cassetta con la fessura), oppure di pagare meno (o di più… ma siamo realisti), o addirittura di non pagare affatto e di andarsene fischiettando.

Un mini aperitivo con il tagliere "parlante"

Formaggio al pepe... una bontà!

Il classico aperitivo di Pasqua...

Manco a dirlo, vista la fiducia, la bontà dei prodotti, e l’atmosfera d’altri tempi che l’Osteria regala, tutti (o quasi, almeno l’impressione è questa) pagano il dovuto. Musica su tutta la collina, le casse mascherate dentro dei finti sassi di plastica, praticamente invisibili, per non inquinare il paesaggio. Una vista mozzafiato sulle colline del Prosecco, con i paesini tutto intorno, le vigne, i boschetti.

Gli avventori davanti all'Osteria

Un panorama che si può godere ancora meglio dalla terrazza dell’Osteria, in fondo ad un altro sentierino più stretto che costeggia la collina. Una terrazza di legno, appesa tra i vigneti, con tavoloni e panche di legno, le foglie di vite come tetto e una pace incomparabile. Se per caso, una volta seduti in terrazza, non aveste voglia di tornare nell’Osteria per prendere un’altra bottiglia di vino e un cicchetto, niente paura: nascosto sotto le radici delle vigne, dietro una porticina di legno, un piccolo frigorifero è pronto a soddisfare ogni vostro desiderio.


La terrazza e i tavoli, con vista mozzafiato

Che dire: si va via malvolentieri, da un posto simile.
L’Osteria Senz’Oste è aperta da anni: la dimostrazione che un’offerta di qualità, unita all’informalità del luogo, al meraviglioso paesaggio circostante e alla fiducia nei confronti del cliente possono essere un ottimo investimento. Bravi. Torneremo e continueremo a parlare bene di voi e di questo rifugio tra le vostre meravigliose colline.


4 commenti:

Anonimo ha detto...

Bene così! senza indirizzo, senza telefono... mi accompagnate voi se ci voglio andare???

Massimo Riserbo ha detto...

Bigusto non è All-inclusive, diamo solo suggerimenti, quando possiamo diamo informazioni più precise, ma l'osteria senza oste non ha telefono, sito o segnaletica in loco.
La devi proprio trovare, è anche quello il bello!

Massimo Riserbo ha detto...

P.S. Santo Stefano di Valdobbiadene non è mica San Francisco, basta chiedere.

Anonimo ha detto...

Un posto fantastico dove terra e cielo sembrano toccarsi a vicenda e dove, quasi per incanto, l'educazione ed il rispetto per questo luogo e qundi, anche per il prossimo, regnano felici.
Complimenti a coloro che hanno reso possibile questo sogno.

Piergiorgio, Paolo, Antonio, Alessandro, Roberto, Marco, Paolo P., Luciano, Ermanno e Andrea.